Martino
nasce in Pannonia. Venuto dal paganesimo, si è
convertito alla fede cristiana e, da allora, non smette
di voler offrire agli altri, compresi i suoi familiari,
l'opportunità di questa fede;
il battesimo di sua madre ne è un chiaro segno.
Militare, egli disapprova sempre l'aggressione
contro la vita altrui, lottando per tutta la sua esistenza
per liberare i condannati a morte. Avendo scelto di vivere
in povertà, quasi in miseria,
non impose mai agli altri le scelte che avevano fatto
di lui, tra i Vescovi del suo tempo,
una sorta di forestiero, tanto il suo stile era contrario
al lusso di cui altri facevano sfoggio. Taumaturgo lo
fu, anche se risulta impossibile ricordare tutti i miracoli
che gli sono stati attribuiti. Apostolo della Gallia?
Martino
uomo di Dio.
E’ un fatto: Martino è
un uomo di Dio, un orante che non smette di
cercare il silenzio, a Ligugé, a Marmoutier e
anche altrove. Martino è un
povero che ha sempre rifiutato il minimo guadagno, non
avendo che una sola passione, imitare Gesù
Cristo, sulla cui povertà ha a lungo
meditato. Martino è un apostolo;
non un sapiente, ma un Vescovo che
sa entrare in contatto con il suo popolo e trovare le
parole giuste per comunicargli la fede. Gli episodi
della condivisione del mantello e dell'albero
che si allontana per non schiacciarlo, le risurrezioni
e le guarigioni traducono, al di là del miracolo,
l'uomo tramite il quale Dio agisce, apre i nostri occhi,
dona la vita. Discepolo di Ilario di Poitiers, Martino
è un maestro per molti; Sulpicio Severo ne rende
testimonianza. Non è probabilmente il maestro
che brilla per l'eleganza del suo insegnamento, ma il
maestro la cui vita e la cui parola rivelano l'esperienza
di colui che non ha mai smesso di donarsi all'incontro
con Dio nella piú grande intimità.
Se il termine mistico può risultare poco appropriato,
in assenza di scritti, si tratta comunque di un mistico
che fu Vescovo, certamente attento al suo ministero,
ma senza che mai questo ministero lo distogliesse da
ciò che era per lui essenziale: l'incontro con
Dio nel silenzio di un "monasterium", la povera
capanna in cui Martino si lasciava
plasmare dallo spirito.
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