Nel
tempo laboriosi contadini col proprio sudore, con miseri
mezzi, ma con tanta passione hanno trasformato in ubertosi
vigneti questa terra, strappata alla roccia e all'azione
dilavante dell'acqua.
Risale alla fine del XIX secolo il notevole sviluppo della
viticoltura martinese,
avvenuto in concomitanza con una paurosa crisi che colpì
la Francia, dove la fillossera procurò gravi danni
a quella viticoltura; qui da noi fu impiegato un sistema
di coltura basato su un porta-innesto di tipo americano
che supportava i vitigni Verdeca e Bianco
di Alessano.
Il sistema di impiantare la vite all'inizio era molto
empirico. Venne raffinato col tempo introducendo una tecnica
applicata che risultava molto rispondente alle esigenze
biologiche della vite: si utilizzava
un sottile strato di terra che veniva smosso dalla sottostante
roccia di calcari stratificati, fino ad una profondità
di 60-70 centimetri; con pietrisco grossolano si formava
un vespaio per lo sgrondo di acqua in eccesso; sul vespaio
veniva riposto uno strato sottile di terra rossa, ricavata
dalle anfrattuosità della roccia compatta che assolveva
al compito di trattenere acqua piovana, quindi in superficie
veniva riposto il sottile strato di terra accantonato
nei lavori di miglioramento dei fondi.
Questo sistema permetteva di difendersi dalle siccità
piuttosto frequenti, infatti le radici della vite
ramificavano nelle anfrattuosità della roccia alla
ricerca di acqua e di sostanze nutritive. Nonostante il
passare del tempo, il sistema di coltura della vite é
ancora oggi ad alberello.
Il vino bianco di Martina, ancor prima
che venisse riconosciuto DOC con D.P.R. 10/6/
69, era considerato vino di pregio. Infatti risulta
incluso, come vino d'origine, in numerosi trattati commerciali
internazionali (accordo commerciale italo-francese del
18/7/ 49, italo-tedesco del 20/3/52, italo-svizzero del
25/4/61, italoaustriaco de l01/2/62). Fino a pochi anni
fa veniva fortemente richiesto dalle industrie del nord
che producono Vermouth. Attualmente si
producono in territorio martinese ottimi bianchi
che, razionalmente vinificati, presentano colore bianco,
con evidenti riflessi verdognoli, odore fresco, delicato
fruttato, sapore asciutto, fine armonico. È un
vino impiegato anche come aperitivo ed
è indicato per essere servito con piatto a base
di pesce.
Attualmente
il Vino Bianco Martina viene imbottigliato
da alcune cantine che da decenni trattano il nostro
bianco con cura e attenzione conferendogli in tasso
aggiuntivo di qualità. Miali, Colucci,
De Felice e Di Marco, sono aziende affermate
che permettono con i loro vini di qualità
di far apprezzare le nostra cucina martinese, semplice
e genuina, che da decenni esercita un forte richiamo
turistico in questo splendido angolo della Murgia
dei Trulli. |
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Nella
Foto un Vigneto Con Trullo. |
- La regione puglia
produce la maggior parte del vino Italiano che però
veniva venduto sopratutto non imbottigliato e tagliato
con altri vini, da circa 15 anni a questa parte molti
produttori hanno scelto di produrre vini di qualità
valorizzando i vitigni autoctoni.
Un percorso del vino nella regione puglia si divide
in 3 regioni principali:
La puglia settentrionale con la zona
del Castel del Monte dove si sviluppano i vitigni del
Primitivo, Uva di Troia, Malvasia Bianca il Bombino
Bianco ed il Pampanuto bianco ed il Moscato di Trani,
La puglia centrale con i vitigni bianchi
del Locorotondo, il Martina e la Verdeca, nei rossi
il Primitivo di Manduria e di Gioia del Colle.
Il salento
con i rosati quali l'Alezio ed il Copertino, mentre
i rossi sono il Salice salentino, il Negroamaro ed il
Primitivo, i bianchi con il Leverano, il Galatina e
la Malvasia e l'Aleatico rosso da Dessert.
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