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Guida
alle sale del Palazzo Ducale. |
Sala dell'Arcadia |
Il
valore simbolico di questa sala, che vede protagonista
in assoluto il Duca Francesco III, è di chiara
intuizione agreste. E' un invito ad abbandonarsi alla
natura, maestra di vita e prodiga nei suoi doni: tutti
i personaggi rappresentati - la famiglia ducale, i musici,
i cortigiani, i contadini - si muovono in un'atmosfera
idilliaca ed armonica, tutti uguali fra loro, dove l'uguaglianza
fra gli uomini si rispecchia nella sua totalità,
a dimostrazione di un ideale illuministico piuttosto sentito
all'epoca ossia la realtà quotidiana calata e proiettata
in una dimensione di pura teatralità.
Le quattro stagioni, raffigurate ai lati del salone, vogliono
raffigurare l'importanza del lavoro degli uomini attraverso
il fluire costante ed inesorabile del tempo.
Sul soffitto "l'Apoteosi di Ercole", accolto
da Apollo che gli dà come sposa Ebe: vuole allegoricamente
evidenziare la gloria ed immortalità del Duca,
asceso ad esse per l'impegno profuso nell'assicurare benessere
ai propri sudditi e per aver acquisito, attraverso lo
studio delle arti liberali, una nobilitas certamente maggiore
rispetto a quella ereditaria. |
Sala del Mito |
La stanza del "mito o ovidiana o
delle metamorfosi" rappresenta diverse variazioni
tematiche da leggersi in chiave metaforica: la "fuga
di Enea" - simbolo della casata allegoricamente rappresenta
l'amore filiale, l'episodio di "Apolio e Dafne"
vuole evidenziare il sottile fascino di una virilità
dirompente vista come momento di seduzione, che ritroviamo,
anche se più frenata nell'episodio di "Atlante
ed Ippomene" gli episodi di "Piramo e Tisbe"
e di "Nasso e Deianira", ci indicano - valori
contrastanti, l'uno l'amore coniugale, la fedeltà
nella sua specificità, l'altro il tradimento, da
condannare e quindi punito.
Altro episodio denso di significato è quello di
"Ercole che libera Esione dal Drago": qui il
concetto della difesa dei più deboli viene considerato
come atto dovuto in funzione di un dovere necessariamente
da compiersi.
Di grande effetto sono gli aspetti luministici riscontrabili
nel soffitto con il "Carro dei Sole", "Narciso
alla Fonte" ed altri episodi, dove il Carella sensibile
al colore lo usa più in funzione decorativa che
per esprimere sentimenti. |
Sala della Bibbia |
La
Sala della Bibbia è stata dipinta dal Carella con
episodi sacri: qui si ritrova una linearità pittorica
ed espositiva davvero degna di pregio.
Gli episodi principali (destra e sinistra della sala)
sono le "Storie di Tobiolo" che, quali simboli
della "Pietas" filiale, esaltano il senso del
dovere e della dedizione verso l'autorità paterna,
elementi essenziali della famiglia patriarcale.
Sulle pareti di fondo sono rappresentate: "Mosè
salvato dalle acque" simbolo della carità,
"Iefhte che sacrifica la figlia" simbolo del
dovere, "Davide ed Abigail", simbolo della prudenza
femminile, "Rebecca al pozzo" simbolo del senso
cavalleresco, "Salomè" simbolo della
lussuria.
Sul soffitto si possono ammirare scene della Deposizione,
Tobia e l'Arcangelo Raffaele, il giudizio con angeli tra
torce di fiamme e dannati sotto una pioggia di fuoco,
dove il colore che diventa cupo, crea un paesaggio arido
e desolato.
Dal punto di vista stilistico la sala della Bibbia, rispetto
alle altre, è la più omogenea sia per la
spigliatezza decorativa che per la rappresentazione monocromatica,
nonché per la raffigurazione della singolarità
caratteriale martinese colta nel suo essere essenziale.
Concludendo, tre sale con tematiche diverse, con un cromatismo
particolare strettamente collegato alla narrazione in
atto con un unico denominatore: la esaltazione della gloria
della casa ducale del Caracciolo nel suo completo splendore
materiale e spirituale. |
Cappella dei Duchi
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In questa Cappella domina un maestoso
altare in pietra policromata e dorata con alcuni riquadri
a tempera, con figura di santi e arabeschi sulle pareti
laterali.
Sulla base dell'altare è impresso lo stemma dei
Caracciolo dove la ricca, poderosa, frastagliata decorazione
del tempo si manifesta nella sua interezza.
Fonte: Comune di Martina Franca. |
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